L’ecommerce è una forma di commercio elettronico che consente di vendere prodotti o servizi tramite Internet, sfruttando le potenzialità del web e delle nuove tecnologie. Si tratta di un settore in forte crescita, soprattutto post-pandamia, che offre opportunità di business e di innovazione a chi vuole intraprendere un’attività imprenditoriale online.
Come aprire un ecommerce in Italia? Quali sono i requisiti legali, gli adempimenti amministrativi e le scelte strategiche da fare per avviare e gestire un negozio online?
In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, fornendo una guida pratica e dettagliata per chi vuole aprire un ecommerce partendo da zero.
Requisiti legali per aprire un ecommerce in Italia.
Per aprire un ecommerce in Italia, bisogna innanzitutto rispettare la normativa vigente in materia di commercio elettronico, che regola gli aspetti giuridici, fiscali e di tutela dei consumatori. Tra le principali fonti normative, ricordiamo:
il Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), che disciplina i diritti e i doveri dei consumatori e dei professionisti nelle transazioni online, come ad esempio il diritto di recesso, le informazioni precontrattuali, le modalità di pagamento e di consegna, le garanzie e le sanzioni;
il Codice della Privacy (D.Lgs. 196/2003), che regola il trattamento dei dati personali dei clienti e dei visitatori del sito, richiedendo l’adozione di misure di sicurezza, l’informativa, il consenso e la nomina di un responsabile del trattamento;
il Decreto Legislativo 70/2003, che recepisce la Direttiva Europea 2000/31/CE sul commercio elettronico, stabilendo le regole per l’identificazione dei fornitori, la validità dei contratti online, la responsabilità degli intermediari e la risoluzione delle controversie;
il Decreto Legislativo 231/2007, che recepisce la Direttiva Europea 2006/123/CE sui servizi nel mercato interno, semplificando gli adempimenti amministrativi per l’esercizio dell’attività di commercio elettronico e introducendo il principio del paese d’origine, secondo cui il fornitore deve rispettare le norme del paese in cui è stabilito;
il Decreto Legislativo 21/2014, che recepisce la Direttiva Europea 2011/83/UE sui diritti dei consumatori, armonizzando le norme sulle informazioni precontrattuali, il diritto di recesso, le clausole abusive e le pratiche commerciali scorrette.
Adempimenti amministrativi per aprire un ecommerce.
Per aprire un ecommerce in Italia, bisogna inoltre svolgere una serie di adempimenti amministrativi, che variano a seconda della forma giuridica e del regime fiscale scelti per la propria attività. In generale, gli adempimenti principali sono i seguenti:
essere maggiorenni;
aprire una partita Iva dedicata a questo tipo di attività;
scegliere la forma giuridica della società titolare del sito di e-commerce, che può essere individuale, di persone o di capitali, a seconda delle esigenze di responsabilità, di capitale e di organizzazione;
iscrizione alla Camera di commercio, al Registro delle Imprese e al Repertorio Economico Amministrativo (REA), con l’indicazione del codice ATECO relativo al commercio elettronico;
presentare al Comune una Scia, cioè una segnalazione certificata di inizio attività, che sostituisce la vecchia licenza commerciale e che attesta il possesso dei requisiti di onorabilità, professionalità e idoneità dei locali;
attivare un indirizzo Pec (posta elettronica certificata), che serve per comunicare con le pubbliche amministrazioni e con i clienti in modo sicuro e certificato;
aprire le posizioni fiscali e previdenziali, in base al regime fiscale (ordinario, forfettario o minimi) e al regime previdenziale (INPS o INAIL) scelti per la propria attività;
richiedere il codice VIES (VAT Information Exchange System), se si intende vendere anche all’estero, per poter applicare l’IVA nel paese di destinazione o l’esenzione IVA per le cessioni intracomunitarie;
richiedere il codice EORI (Economic Operator Registration and Identification), se si intende importare o esportare merci al di fuori dell’Unione Europea, per poter svolgere le operazioni doganali e fiscali.
Credits: cgtn.com
Aprire un ecommerce senza partita IVA è possibile?
La risposta è no, non è possibile aprire un ecommerce senza partita IVA.
La normativa italiana prevede che chi svolge abitualmente e in modo organizzato un’attività economica deve richiedere l’apertura della partita IVA all’Agenzia delle Entrate. Questo vale anche per chi vuole vendere prodotti o servizi tramite Internet, sfruttando le potenzialità del commercio elettronico.
L’unica eccezione è per chi vende online in modo occasionale e non supera i 5.000 euro di reddito annuo. In questo caso, si può parlare di Temporary Shop online, ovvero negozi online attivi solo temporaneamente, che non richiedono l’apertura della partita IVA, ma anche non consentono di detrarre le spese sostenute per l’attività, di usufruire di agevolazioni fiscali e di superare il limite di un mese di durata.
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