Era una fredda notte di gennaio quando il cuore di Napoli si fermò insieme a quello del suo cantore più autentico.
Dieci anni fa, il 4 gennaio 2015, Pino Daniele ci lasciava, portando con sé una parte dell’anima musicale partenopea ma lasciando un’eredità artistica che continua a vivere e a influenzare generazioni di musicisti.
Cresciuto nei vicoli del Centro Storico, nei pressi dell’antica chiesa di S.Maria la Nova, Giuseppe “Pino” Daniele ha saputo trasformare quella geografia urbana in poesia universale. Le scale di tufo, i panni stesi tra i palazzi, l’odore del mare che si mischia a quello del caffè: tutto questo è diventato materiale prezioso nelle sue mani d’artista. Ma sarebbe riduttivo considerarlo solo il cantore di Napoli.
La sua grandezza sta nell’aver creato un linguaggio musicale nuovo, un ponte tra la tradizione mediterranea e il blues americano, tra i ritmi africani e il jazz più sofisticato. La sua chitarra parlava tutte queste lingue con naturalezza disarmante, creando quello che lui stesso definiva il “tarumbò”, una fusione unica di tarantella, blues e rumba.
L’alchimista dei suoni.
Chi ha avuto il privilegio di assistere alle sue session in studio racconta di un perfezionista instancabile, capace di passare ore alla ricerca del suono giusto. Non era mai soddisfatto finché non trovava quella particolare vibrazione che aveva in mente. La sua chitarra, quella Gibson L5 che era diventata un’estensione del suo corpo, era lo strumento attraverso il quale traduceva le emozioni in musica.
La sua capacità di fondere generi diversi ha creato una scuola. Ha dimostrato che si poteva essere profondamente napoletani e incredibilmente internazionali allo stesso tempo. Ha aperto la strada ad una generazione di musicisti che hanno imparato da lui che le radici non sono catene ma ali per volare più in alto.
L’innovatore linguistico.
Uno degli aspetti più rivoluzionari della sua arte è stato l’uso della lingua. Pino Daniele ha creato un nuovo dialetto musicale, mescolando napoletano, italiano e inglese in una lingua franca che parlava diretta al cuore. Non era un vezzo stilistico, ma una necessità espressiva. Alcune emozioni potevano essere espresse solo in napoletano, altre richiedevano l’universalità dell’inglese, altre ancora la precisione dell’italiano.
Il suo napoletano non era quello aulico della tradizione classica, ma quello vivo della strada, elevato a linguaggio poetico. Ha dato dignità letteraria al parlato quotidiano, trasformando le espressioni popolari in versi immortali.
L’eredità musicale.
L’influenza di Pino Daniele sulla musica italiana è impossibile da quantificare. Ha creato un nuovo modo di pensare la fusion mediterranea, ha sdoganato l’uso del dialetto in chiave contemporanea, ha dimostrato che si poteva fare world music di altissimo livello partendo dalle radici popolari.
La sua collaborazione con artisti internazionali come Wayne Shorter, Chick Corea e Pat Metheny ha aperto nuove strade per la musica italiana nel mondo. Non era un semplice musicista che collaborava con le star del jazz, era un loro pari che portava una visione musicale unica e rispettata.
@follower qual è il vostro ricordo di quel giorno? E qual è la canzone di #PinoDaniele che canticchiate più spesso?
Paolo Caravita on
A testa in giù
Massimo Bordin on
Mia figlia che mi dice la triste notizia e io che ho sperato che mia figlia avesse ascoltato una fake news e invece…..😥
La canzone:tutte !!🎼❤️
Luca Cannavacciuolo on
Pino Forever
Gerardo Afeltra on
Il mio ricordo vita
Raffaela Di Benedetto on
Un mito insieme ad altri miti della Napoli che conta nell’arte in generale perché Napoli e Arte.
Giorgio Guidi on
Ora su RAI 2
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La Redazione
7 commenti
@follower qual è il vostro ricordo di quel giorno? E qual è la canzone di #PinoDaniele che canticchiate più spesso?
A testa in giù
Mia figlia che mi dice la triste notizia e io che ho sperato che mia figlia avesse ascoltato una fake news e invece…..😥
La canzone:tutte !!🎼❤️
Pino Forever
Il mio ricordo vita
Un mito insieme ad altri miti della Napoli che conta nell’arte in generale perché Napoli e Arte.
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