La moda “va e viene” come si dice, rinnovandosi – come è giusto che sia – e proponendo capi sempre aggiornati e al passo con i tempi.
Alcuni capi però non “sottostanno” alla logica dell’invecchiamento o del non essere più attuali, configurandosi al contrario come vera e propria parte integrante della vita di tutti i giorni. E lo stesso vale per gli accessori, importanti proprio quanto l’abbigliamento, che completano ed arricchiscono, donando quell’indubbio quid plus che fa la differenza.
Uno di questi accessori è il cappellino da baseball, che, versatile ed iconico come pochi, ha guadagnato un posto di tutto rispetto nella moda maschile, specie durante la stagione primavera-estate, quella nella quale si sfrutta maggiormente.
Anche se poi – a conti fatti – può indossarsi tutto l’anno, integrandosi senza problemi con il resto del proprio outfit e con i diversi “pesi” dei tessuti che si avvicendano nel corso dei mesi.
Da principio concepito come capo funzionale per gli atleti, il cappellino da baseball è infatti diventato un elemento essenziale del guardaroba di (quasi) tutti gli uomini, grazie alla sua capacità di coniugare squisitamente la praticità e lo stile che solitamente si ricercano nel quotidiano.
Proseguiamo allora nella lettura per saperne di più, partendo dalle origini, dalla nascita di quello che è molto più di un semplice accessorio. Rappresentando invece uno stile di vita, un “sentire”, un “messaggio” che si intende comunicare, a sé stessi e al prossimo.
Da copricapo sportivo a simbolo fashion e di tendenza.
Le sue radici affondano nel mondo dello sport, nello specifico del baseball, uno degli sport più apprezzati e seguiti negli Stati Uniti. E sono legate ad un’esigenza prettamente “tecnica”, quella di preservare i giocatori dal sole durante le partite.
Il cappellino da baseball fece la sua prima apparizione in campo nella metà del XIX, precisamente nel 1860 con la squadra dei Brooklyn Excelsiors, ed era in paglietta, con una visiera corta. Si passerà poi in un momento successivo alla lana ed a materiali di maggiore comfort, con modelli più strutturati e realizzati con tessuti leggeri e traspiranti. Così come si assisterà ad una vera e propria riprogettazione delle uniformi grazie anche all’avvento della televisione.
A partire dal 1945 ogni squadra cominciò a sfoggiare il “proprio” cappello, che finì con il diventare anche un simbolo distintivo, non solo un simbolo di gioco. Il primo pubblico a dare inizio a questa “moda” fu quello dei bambini, che praticavano questo sport e che intendevano “portare” questo stile sportivo anche nella vita di tutti i giorni.
Il “passaggio” al resto del pubblico, quello più adulto, non si fece attendere molto: il cappellino da baseball si inserì infatti nel quotidiano come accessorio fashion indossato dagli individui di ogni età e stile di vita. Ciò pure in virtù del suo “esserci” in due ambiti di grande richiamo, ossia quello musicale e quello delle serie televisive e del cinema, che aumentarono l’appeal di questo accessorio.
Un accessorio che – tra l’altro – oltre all’aspetto legato alla praticità e al comfort, portò con sé altresì una forte connotazione individuale e collettiva, profilandosi, di volta in volta, come appartenenza, disimpegno, ribellione.
Ma qualunque fosse la “ratio” di questa scelta, qualunque fosse la motivazione ad essa sottesa, una cosa è certa: il cappellino da baseball fu inarrestabile nella sua ascesa, un’ascesa di fatto mai fermatasi dagli anni ’90.
Che “nasca” dallo sport o da un concerto, da un noto brand di moda o da una versione “low budget”, è infatti impossibile non “convertirsi” alla logica di questo accessorio che tutti noi abbiamo nell’armadio. E che nella sua semplicità è “perfetto” a più di un livello e per più di un’occasione, come vedremo nel dettaglio di qui a breve.
Funzionalità e stile in un’unica soluzione.
Non conosce età e sta bene praticamente a tutti e con tutto, sebbene lo si tenda a circoscrivere in un ambito strettamente sportivo e casual: il cappellino da baseball è indossato davvero da chiunque, senza distinzione alcuna, e lo si vede “naturalmente” sia sulle passerelle che per le strade, su tanti e diversi volti.
Impossibile allora, per l’uomo moderno, non averlo nel proprio “kit” di tutti i giorni, quello con cui dare vita a differenti look da adattare alle molteplici circostanze e necessità del quotidiano.
Nato sui campi da gioco – come poc’anzi sottolineato – questo accessorio ha velocemente travalicato quelli che sono i confini sportivi per affermarsi come un capo versatile al quale non poter rinunciare.
Con la sua visiera inconfondibile e le infinite possibilità di personalizzazione, il cappellino da baseball offre al pubblico maschile – ma anche a quello femminile – la possibilità di esprimere la propria personalità in modo “immediato” e diretto, perfezionando in maniera ottimale qualunque sia l’outfit di turno.
Che si tratti di un modello dalle linee classiche, di uno monocromatico o dalle stampe vivaci, per “lui” c’è infatti sempre posto nel guardaroba. Quale indiscutibile must have che non perde mai il suo fascino, reinventandosi e adeguandosi ai trend di stagione come pure ai differenti target di riferimento.
Scopriamo allora qui di seguito come introdurlo nella routine giornaliera e come valorizzarlo con il resto dell’abbigliamento.