È il simbolo di un’eleganza raffinata, dal sapore vintage, che continua a conquistare nonostante il tempo che passa e le mode che si avvicendano: l’orologio da taschino.
Chiamato anche cipolla, rappresenta ancora oggi un tocco di classe e di distinzione, che dona fascino all’uomo che lo indossa.
Basta infatti quel “particolare” della catenella appuntata al panciotto, per dare vita a quel “piccolo grande” dettaglio che fa la differenza, a quella nota chic che non può passare inosservata. Ma nulla vieta di adoperare questo accessorio con un abbigliamento meno formale e più casual, abbinandolo – come vedremo nel corso della trattazione – ad un jeans o ad un blazer.
Soluzioni, queste, senza dubbio maggiormente singolari e creative, le quali tuttavia non tolgono “valore” all’accessorio stesso, che impreziosisce qualunque outfit. Tutto sta a saperlo “portare”, nel senso che l’orologio da taschino va “sfoggiato” con “misura”, senza ostentazione, ma estraendolo dalla tasca con spontaneità e semplicità. Per poi riporlo con altrettanta spontaneità e semplicità. Affidandosi – in altri termini – a gesti naturali, che scongiurino il rischio di apparire “eccessivi” o superbi.
Le diverse tipologie.
Segno di uno stile senza tempo, l’orologio da taschino è di piccole dimensioni, così da trovare agevolmente posto nelle tasche degli abiti. Con il quadrante sovente coperto da coperchio apribile, si caratterizza per la presenza della catenina, che lo assicura agli indumenti indossati. Diverse sono, al riguardo, le tipologie – così da andare incontro alle molteplici necessità e preferenze in merito – che scopriamo qui di seguito.
- Catena a T o catena Albert: soluzione più comune, prende il nome dal Principe Alberto, e si contraddistingue per la presenza di una barra a T, appunto, che rimane celata dietro il tessuto del gilet con cui solitamente si “indossa”. Detta barra va collocata in una delle asole del gilet stesso, quella sopra la tasca o una al centro.
- Catena da cintura: versione di orologio da taschino di maggiore modernità, rappresenta la scelta ideale se si desidera ottenere un look finale decisamente casual. Si attacca al passante della cintura (o sulla parte superiore dei pantaloni o del jeans), e talora ha la forma di un moschettone. Fondamentale è che la catena sia sufficientemente lunga da poter verificare l’ora senza difficoltà, ossia senza doversi piegare.
- Catena con chiusura ad anello: perfetta da “accostare” ad un blazer – ma anche ai classici pantaloni o jeans – si attacca direttamente al passante della cintura, come pure all’asola del gilet, risultando simile nell’aspetto ad una catena a T.
Qualunque sia la tipologia di catenina che si sceglierà, essenziale è prestare attenzione a che il suo colore sia in perfetta armonia con l’orologio (ciò in considerazione del fatto che molti orologi da taschino non hanno in dotazione la catenina stessa, che andrà acquistata a parte). Sarà altresì da prestare attenzione alla robustezza della catenina, che dovrà sostenere l’orologio senza risultare eccessivamente pesante, onde evitare di piegare l’asola a cui è “assicurata”. E, come poc’anzi anticipato, bisognerà infine badare alla sua lunghezza, tale da consentire di riporre con comodità l’orologio nella propria tasca.
Come indossare un orologio da taschino?
Come indossare un orologio da taschino? Come “portarlo” nel modo opportuno? Nell’immaginario collettivo, la maniera migliore è quella di abbinarlo ad un gilet (o a un panciotto, per occasioni più formali), con un abito a tre pezzi, assecondando dunque l’anima da “gentleman” che è propria di quest’accessorio.
Orologio da taschino e gilet – come si dice – vanno infatti “a braccetto”, pertanto non si rischierà di sbagliare seguendo questa “regola”, improntata al buon gusto e all’eleganza.
Basterà posizionare l’orologio in oggetto in una delle tasche, facendo scorrere la catenina attraverso le asole dei bottoni per fissarlo ad hoc. L’asola che si sceglie è “definita” dalla quantità di catenina che si vuol lascare libera verso il basso, mentre la tasca è quella opposta alla mano predominante.
Quella con il gilet è l’associazione – per così dire – “standard”, “immediata”, ma osando un po’ con lo stile, l’orologio da taschino può indossarsi anche in modo maggiormente casual, abbinandolo ai pantaloni o ai jeans, e posizionandolo all’interno della loro tasca anteriore. E l’abbinamento può essere anche con una giacca o un blazer, collocando in questo caso l’orologio all’interno della tasca sul petto: una modalità elegante per aggiungere stile al proprio outfit.
I più “audaci”, poi, potranno scegliere di indossare questo accessorio attorno al collo, come se fosse una collana, sostituendo – in questo caso – la catenina con una catena da collana in metallo oppure con un cordino in pelle.
La giusta cura e manutenzione.
Per mantenere in buono stato il proprio orologio da taschino, è importante pulirlo con un apposito lucidante per metallo, da applicare ogni 2-3 mesi circa, servendosi di un panno morbido asciutto in microfibra o camoscio. Ci si raccomanda di prestare attenzione alle incisioni, se presenti, rimuovendo da esse lo sporco accumulatosi durante il tempo.
Bisogna poi sottolineare che questa tipologia di orologi ha una durata approssimativa di 26-30 ore – ma anche 46, in determinati modelli – dopo che è stata caricata, per cui è importante caricare l’orologio da taschino ogni giorno, onde evitare di ritrovarlo fermo quando si desidera indossarlo.
Un po’ di storia.
Il primo orologio da taschino risale agli inizi del 1500 e vede come sua patria l’Europa: è infatti prodotto nel 1510 a Norimberga, in Germania, da Peter Henlein, e viene portato al collo con una catena, secondo le norme di stile introdotte da Enrico VIII, il primo ad averlo indossato.
Bisogna attendere il XVII secolo perché questo accessorio si semplifichi nella forma. Nel 1675 re Carlo II d’Inghilterra introduce infatti i gilet, e per adeguarli alle loro tasche, gli orologi da taschino diventano più piatti ed arrotondati, privi di bordi taglienti che avrebbero potuto deteriorare i tessuti.