Mi preme segnalare al pubblico di Moltouomo.it questa stupenda mostra annunciata a Torino: Henri de Toulouse Lautrec – Il mondo del circo e di Montmartre.
L’esposizione si volgerà dal 20 aprile al Mastio della Cittadella nel Museo Storico Nazionale d’Artiglieria, ed è organizzata da Navigare srl con il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino, è curata dallo spagnolo Joan Abellò e propone ai visitatori un centinaio di opere.
In mostra per la rassegna dedicata all’artista francese dunque troveremo manifesti, litografie e illustrazioni, tutte provenienti da collezioni private, e comporranno, unitamente a quella multimediale, le cinque sezioni in cui sarà suddivisa l’esposizione.
Questa mostra come abbiamo appena scritto è curata dallo spagnolo Joan Abelló, con il prezioso coordinamento tecnico-scientifico di Vittoria Mainoldi, presenterà oltre 112 opere e il pubblico potrà rivivere l’atmosfera della Belle Époque francese, tanto cara a Lautrec, e potrà approfondire le dinamiche personali dell’autore, la sua filosofia di vita, il rispetto che nutriva nei confronti degli altri. Lautrec aveva le qualità di un intellettuale che ha saputo comprendere e capire la complessità dell’essere umano in tutte le sue dimensioni e le sue fragilità.
Per ancora chi non lo conoscesse bene, si legge nella sua biografia che Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nacque il 24 novembre del 1864 ad Albi, nel palazzo della famiglia di nobili origini, che, addirittura, si documentano fino a Carlo Magno. Il padre, grande appassionato di caccia, nel 1868 si separò dalla moglie a seguito della morte del fratello di Henri, più giovane di lui. Nel 1872, Toulouse – Lautrec restò con la madre e con lei si trasferì a Parigi, dove frequentò il Lycée Fontanes e conobbe Maurice Joyant, l’amico più importante della sua vita, che sarebbe divenuto anche il curatore della sua eredità, il suo primo biografo e che avrebbe fondato, ad Albi, il Museo Toulouse – Lautrec.
Nel 1875, Lautrec a causa del suo cattivo stato di salute, ritornò ad Albi dove la sua istruzione continuò ad opera della madre e di insegnanti privati. Soffriva di picnodisostosi, una malattia ossea di natura ereditaria, dovuta purtroppo alla consanguineità dei genitori che erano cugini di primo grado. A tredici anni, nel maggio del 1878, si ruppe il femore sinistro a seguito di una brutta caduta e l’anno successivo una nuova caduta mente esplorava un torrente in secca gli procurò la rottura del femore destro. Le uniche cose che in quei momenti difficili lo rendevano felice e lo confortavano erano il disegno e la pittura.
Nonostante le difficoltà fisiche Lautrec ottenne la maturità nel 1881, dopodichè si recò a Parigi da René Princetau, pittore di animali, sordomuto ed amico del padre, che apprezzò molti il suo talento e l’anno successivo lo mandò dal noto artista francese Léon Bonnat. Nell’estate del 1882, Toulouse – Lautrec entrò nello studio di Fernand Cormon, dove frequentò vari artisti importanti per l’epoca, fra cui Rachou, Albert, e dove conobbe Vincent Van Gogh, di cui divenne grande amico e il cui ritratto è una delle sue migliori opere prime.
Nel 1884 si trasferì da alcuni amici a Montmartre e quel luogo, come tutti sappiamo, divenne un’inesauribile fonte di ispirazione. Qui, nel 1886, aprì un proprio atelier di pittore. Frequentò anche cabaret e caffè e sin dalla sua fondazione, nel 1889, divenne ospite fisso del Moulin Rouge, al cui ingresso venne esposta la sua straordinaria opera “Cavallerizza acrobata al circo Fernando”, del 1888, e per il quale realizzò il “Ballo al Moulin Rouge”, del 1892. In questi luoghi ebbe modo di osservare e disegnare tanti personaggi del cabaret che furono poi protagonisti dei suoi quadri e dei manifesti diventando immortali.
Nel 1884 ebbe luogo la prima esposizione e nel 1893 realizzò la sua prima grande mostra individuale che vide finalmente giudizi positivi da parte della critica. Viaggiò molto, visitando in lungo e in largo l’Europa: la Francia, l’Olanda, la Spagna, il Belgio, l’Inghilterra. Dipinse però, pochissimi paesaggi: non nutriva particolare interesse per la pittura paesaggistica, amava molto di più le figure umane.
Bevitore di alcol, dal 1897 in poi fu sempre più colto da depressioni, manie di persecuzione, nevrosi, irascibilità, fino ad essere ricoverato, all’inizio del 1899, in una clinica neurologica. Uscì dopo pochi mesi, ma poi riprese a bere e l’unica cosa che gli dava conforto era il lavoro: realizzò manifesti e quadri, tra cui una serie di dipinti per l’opera teatrale “Messalina”, ma nell’estate del 1901, fu colpito da una semiparalisi. Morì, appena trentasettenne, il 9 settembre del 1901, assistito dalla madre e dal suo amico Paul Viad. Una esistenza dunque segnata da un grandissimo talento artistico, ma anche da gravi difficoltà fisiche e da uno stile di vita smodato che lo portò ad una morte senz’altro prematura.
Negli spazi della mostra al Mastio della Cittadella l’esposizione prevede cinque sezioni: I manifesti e le illustrazioni; Le Donne ed Elles; Il circo; I ritratti e L’esperienza multimediale. Si percorrerà dunque la breve vita e l’attività artistica del giovane aristocratico Henri de Toulouse Lautrec, riconosciuto come uno degli artisti bohémien più rappresentativi dell’epoca. Ben 112 opere in esposizione, saranno presenti 28 lavori grafici tra manifesti e illustrazioni.
Segnaliamo in particolare l’ultima area della mostra di Lautrec che intende avvicinare i visitatori al contesto storico in cui visse l’artista francese, con una suggestiva sezione multimediale articolata in una sala video, con proiezioni di immagini d’epoca, e una selfie area, con una ricostruzione scenografica dei camerini della Belle Époque.
La mostra sarà aperta tutti i giorni con orario continuato (lun-ven 9:30-19:30; sabato, domenica e festivi 9:30-20:30) sino al 21 luglio. Prevendita on-line: www.ticketone.it. Info: www.navigaresrl.com.
Non perdetevela!