Oggi parlare di divorzio può sembrare normale… c’è stato un tempo, però, in cui il matrimonio è stato indissolubile.
Il 1 dicembre 1970 in Italia entra in vigore la Legge sul divorzio. Una data che segna una svolta nella concezione della vita familiare.
Con la nascita dell’umanità sembra essersi sviluppato anche il concetto di famiglia. Fin dalla notte dei tempi, gli esseri umani hanno iniziato ad unirsi per dare vita a nuclei familiari. Grazie all’accoppiamento è stata garantita la continuazione della specie umana.
Il concetto di famiglia, tuttavia, non ha solo implicazioni biologiche, ma anche sociali e psicologiche. Presso le varie civiltà si sono istituite leggi e convinzioni per quanto riguarda il matrimonio. Un sacramento, un patto, un contratto che, per secoli, è stato indissolubile. Un legame che ha unito persone con l’obbligo di farle convivere per sempre.
Il matrimonio, un fatto sociale.
Quando si pensa al matrimonio si è propensi spesso ad immaginarlo come un’esperienza di felicità. Un giorno lieto, in cui due persone si promettono amore eterno. Tuttavia la patina rosa che colora tale unione è spesso accompagnata anche da questioni ben più spinose.
Il concetto di nozze rimanda ad un giorno di gioia, in cui due persone scelgono di vivere per sempre insieme. Il concetto di matrimonio, tuttavia, è ben più ampio, coinvolge questioni culturali, sociali e antropologiche.
Per diversi secoli le persone non hanno potuto scegliere con chi unirsi, dovendo sottostare ad alcune rigide regole sociali. In varie civiltà sono stati i padri a scegliere i mariti per le proprie figlie. Scelte compiute spesso per interesse economico, senza tenere conto del benessere psicofisico delle future spose.
Il ruolo marginale delle donne nella società.
Storicamente le donne hanno sempre avuto un ruolo marginale all’interno della società. A loro non era concesso studiare, non era concesso esprimere la propria opinione. Un individuo visto e percepito solo per lo scopo riproduttivo. Per lunghi secoli, le donne non sono state altro che ventri. Creature che dovevano sopportare il peso della famiglia, sottostando alle imposizioni degli uomini. Prima i padri, poi i mariti avevano il diritto di scegliere per la vita delle donne.
Il matrimonio: a volte una condanna all’infelicità
La società era per gli uomini e degli uomini. Erano loro a svolgere qualsiasi tipo di professione, sempre loro a ricoprire ruoli di potere. Le donne dovevano essere solo mogli e madri, senza avere il diritto di ambire ad un ruolo al di fuori delle mura domestiche. La società patriarcale imponeva che accettassero violenze e offese da parte dei loro coniugi.
In un contesto del genere, per molte donne, il matrimonio poteva risultare una gabbia. Della gioia del giorno delle nozze, molto spesso, non rimaneva altro che il ricordo. Nella vita coniugale erano le mogli a dover assolvere obblighi stabiliti dalla società.
Con l’emancipazione femminile la famiglia perde la sua sacralità.
Come affermato precedentemente, storicamente il matrimonio ha ricoperto un ruolo fondamentale nella vita delle persone. Tuttavia si tratta di un fenomeno che ha anche dei risvolti negativi. Per un lungo periodo il matrimonio ha rappresentato la massima espressione della cultura maschilista e patriarcale.
Con l’evoluzione sociale, le donne hanno iniziato ad acquistare più spazio nella società. Coloro che erano recluse nell’ambito domestico hanno compreso di poter avere un ruolo anche al di fuori della propria casa. Fino alla seconda metà del ‘900 per le donne era inopinabile non obbedire alla volontà dei consorti. L’emancipazione femminile ha fatto comprendere loro l’importanza della ribellione. Così il maschilismo ha perso potere, rendendo il matrimonio una questione vulnerabile.
L’arrivo del divorzio in Italia.
Il divorzio è la possibilità di porre fine ad un’unione matrimoniale. Nel momento in cui uno o due coniugi comprendono di non voler proseguire il percorso di vita insieme, possono decidere di separarsi. Nemmeno un vincolo sacro e sancito in Chiesa può costringere due persone a provare sentimenti. Grazie ai cambiamenti sociali è stato possibile far comprendere agli individui quanto possano essere labili i sentimenti.
Il 1970, l’anno della svolta.
Gli anni ’60 hanno segnato l’avvio dei cambiamenti sociali. Nel corso di quel decennio, l’Italia si è rialzata per combattere le macerie della guerra. Il boom economico ha apportato un miglioramento generale delle condizioni di vita. La società si è aperta alle persone di sesso femminile, dando loro la possibilità di esprimere il loro talento.
Il 1970 è l’anno della svolta. Un anno in cui anche in Italia si ha la forza di parlare di divorzio. Nello Stato in cui risiede il Papa può sembrare un azzardo ipotizzare di rendere legale la fine di un matrimonio. Oltre che un vincolo legale, il matrimonio è in primis un sacramento. La Chiesa non accetterà mai l’idea del divorzio, ma la società italiana va avanti nonostante il diniego del Santo Padre.
1 dicembre 1970, arriva il divorzio in Italia.
Dopo decenni di battaglie il divorzio diventa una realtà anche in Italia. Rapporti infelici, violenze, liti furibonde, obbedienza ai doveri coniugali possono avere una via d’uscita. Quel vincolo sacro potrebbe non essere più una gabbia, come lo è stata per troppo tempo.
Era il primo dicembre 1970 quando il divorzio entrò nell’ordinamento giuridico italiano, con la legge n. 898 ( la legge Fortuna- Baslini). Un giorno che segna la fine di un’era, dimostrando l’avanguardia del Paese, nonostante la presenza papale.
Un traguardo per tante donne costrette a sposare l’uomo sbagliato. Una vittoria per coloro che dovevano sopportare soprusi e violenze.
Il fallimento del referendum abrogativo.
Nonostante l’evoluzione sociale, nell’Italia del 1970 persistono ancora troppe idee tradizionalisti. I benpensanti considerano inammissibile l’entrata in vigore della legge sul divorzio. Per tanti, infatti, l’unione dinanzi a Dio continua ad essere un qualcosa di inscindibile.
La Democrazia Cristiana e il Movimento Sociale Italiano professano la loro ferma opposizione. Un’idea condivisa anche dalle persone comuni. Gli antidivorzisti si organizzano per abrogare la legge, attraverso il referendum abrogativo. Tre anni e mezzo dopo, il 12 maggio 1974 gli italiani vengono chiamati nuovamente al voto. Dalle loro scelte dipende il futuro del Paese.
Gli italiani scelgono il divorzio.
Gli italiani rispondono NO all’abrogazione della legge sul divorzio, scegliendo di lasciare in vigore un diritto civile. Una vittoria significativa da parte di un movimento laico e di sinistra che ha combattuto per dare all’Italia una nuova immagine. L’immagine di un Paese attento al benessere dei propri cittadini.
La partecipazione alle urne è altissima: ben l’88 % degli aventi diritto. Il 60% sceglie di salvare il divorzio, impedendo ai conservatori di riportare indietro il Paese.
Il ruolo di Loris Fontana e Antonio Baslini.
Dietro alla data del 1 dicembre 1970 ci sono lotte ideologiche, portate avanti in primis da Loris Fontana e Antonio Baslini. Un socialista e un liberale, uniti per dare al nostro Paese la possibilità di compiere una piccola rivoluzione.
Un ruolo fondamentale è svolto anche dai movimenti femministi. Le donne, infatti, chiedono un cambiamento significativo in campo legislativo. Senza la legge sul divorzio nessuna moglie si potrebbeliberare dal gioco coniugale.
Il divorzio: una svolta per uomini e donne.
Il divorzio non rappresenta una vittoria solo per l’universo femminile. Un matrimonio infelice potrebbe riguardare anche un uomo, e con il divorzio quest’ultimo avrebbe la possibilità di ambire ad una nuova vita.
Un traguardo che coinvolge persone di ogni sesso, età ed estrazione sociale. Una data che segna un nuovo inizio nella società italiana.
Il divorzio nella società odierna.
Sono trascorsi più di cinquant’anni dall’entrata in vigore in Italia della legge sul divorzio. La società si è trasformata e sembra aver normalizzato la fine di un matrimonio. Le persone che scelgono di porre fine alla loro unione non sono più etichettate in modo negativo.
Tuttavia i cambiamenti sociali hanno reso sempre più labili i sentimenti. Le relazioni sentimentali appaiono sempre più fragili, sino a spezzarsi con grande facilità. Nel corso degli ultimi anni, infatti, il numero dei divorzi è aumentato notevolmente.
L’amore violento nella società odierna.
Oggi parlare di divorzio potrebbe sembrare più semplice. In più di mezzo secolo la società si è evoluta, portando le donne ad avere finalmente lo stesso ruolo degli uomini. La parità dei sessi- sebbene in alcuni contesti sia ancora lontana- non è più inopinabile.
In un contesto molto più evoluto potrebbe sembrare più facile porre fine ad un matrimonio. Forse, in parte, lo è. Eppure la cronaca ci costringe a fare i conti con una realtà ancora segnata da tinte fosche. I casi di femminicidio sono sempre più frequenti, perché gli uomini non sono in grado di accettare la fine di una relazione.
E dunque nonostante le lotte e i cambiamenti si continua a morire d’amore e per amore. Non è bastata una legge, non è bastato il consenso di gran parte degli italiani per rendere le donne del tutto libere dalla violenza.
Vivere un divorzio serenamente è possibile.
Il divorzio non sarà mai un momento facile. Affrontare la fine di una relazione comporta difficoltà che possono aumentare in presenza di figli. I minori, infatti, vanno sempre tutelati sia dal punto di vista economico che dal punto di vista psicologico.
Tuttavia è possibile vivere la fine di un amore con serenità e maturità, mettendo al primo posto il benessere della prole. Il divorzio è un’opportunità, nonostante le sofferenze momentanee.
Oggi alcune donne continuano a subire violenze, proprio perché gli uomini non sono in grado di gestire le loro debolezze. Altre donne, tuttavia, possono sperare di avere una vita migliore, grazie all’impegno di coloro che le hanno precedute. Il divorzio non è solo una questione femminile, ma un traguardo che riguarda anche e soprattutto gli uomini.
E noi donne e uomini del nuovo millennio dobbiamo onorare la memoria delle personalità che hanno combattuto per rompere i pregiudizi e l’oscurantismo.