Valerio Calzolaio (1956) è giornalista e scrittore. Laureato in Scienze Politiche con una tesi in Diritto Costituzionale Comparato, ha ricoperto vari incarichi politici regionali e nazionali. Per molti anni è stato consigliere comunale Macerata dove vive. Deputato italiano per quattro legislature, ed è stato eletto per la prima volta nel 1992 arrivando secondo nella lista regionale. Nelle tornate successive è risultato vincitore nel collegio di Macerata. Ha ricoperto il ruolo di Vicepresidente della Commissione Ambiente nel periodo dal 1994 al 1996 e poi facendo parte della Presidenza del Gruppo nazionale nel periodo 2001-2006. Dal 1996 al 2001 è stato sottosegretario al Ministero dell’ambiente. È stato Professore di Diritto Costituzionale all’Università di Macerata.

Tra i suoi libri ricordiamo Ecoprofughi. Migrazioni forzate di ieri, di oggi, di domani (NDA Press, 2010). Per Einaudi ha pubblicato, con Telmo Pievani, Libertà di migrare (2016), La specie meticcia (People, 2019), Migrazioni (Doppiavoce, 2019). Ultima pubblicazione “Isole carcere” – Ega Edizioni. Valerio Calzolaio collabora alla rivista dell’Università di Padova ( https://ilbolive.unipd.it/it/homepage ).
Lo incontriamo per Molotuomo.it per una intervista sulla sua carriera e i suoi progetti
Professore, partirei dalla sua carriera politica…quali sono stati i picchi fondamentali della sua carriera? È finita o pensa di continuare?
Da dieci anni oramai mi sono ritirato e mi occupo della mia famiglia. Una scelta ho dovuto fare, ma che assolutamente porto avanti con generosa serenità. Amo la politica, fin da quando quattordicenne entrai nei movimenti studenteschi. In politica ho trovato anche molta asprezza e competitività. Io ho sempre cercato di dare il massimo e di mettermi al servizio pubblico. Non ci sono stati picchi di carriera per così dire, ma piuttosto un costante impegno per cercare di essere all’altezza. Ho sempre pensato di essere un ‘sapiens’ tra molti altri ‘sapiens’ e ho messo questo sapere al servizio della collettività.
È negli anni della politica che sono diventato ecologista.

Si è occupato come politico di ambiente. Cosa pensa della crisi ambientale attuale?
La questione principale è sicuramente il cambiamento climatico. Ed è un cambiamento antropico, cioè, dovuto agli atti dell’uomo.
Dobbiamo sicuramente trovare un modo per azzerare le emissioni dei gas e fermare il riscaldamento del pianeta. La realtà è questa: il mondo si sta riscaldando e ciò è molto pericoloso.
Le sue pubblicazioni si rivolgono spesso ad argomenti che trattano i profughi, i migranti…
Una sua riflessione.
Ho sempre scritto troppo (il professore sorride…) saggi, articoli, libri.
Nel 2010 raccogliemmo gli articoli degli ultimi dodici anni di pubblicazioni e li pubblicammo con il titolo di “Ecoprofughi. Migrazioni forzate di ieri, oggi e domani”. I profughi ambientali non sono protetti dalle leggi internazionali come i profughi politici, ma dovrebbero. Nel libro provo a spiegare questo fenomeno delle migrazioni per eventi lenti o non eventi del clima che costringono le persone a migrare. Migrazioni che avvengono da centinaia e centinaia di anni. Anche Papa Francesco ha parlato di profughi climatici.
Ho proseguito a trattare l’argomento anche con altri libri, successivamente. Nel 2016 ho scritto con Telmo Piovani, del quale nutro grande stima, per la casa editrice Einaudi, un libro semplice e divulgativo intitolato “Libertà di migrare”. La migrazione è un fenomeno strutturale che non si può bloccare e apporta un arricchimento in termini di DNA e di scambi culturali. La migrazione è positiva e non è eliminabile. Siamo sempre stati tutti dei migranti, fin dalla notte dei tempi!
Andrebbero sicuramente ridotte quelle ‘forzate’.

Il suo libro ‘Isole carcere’ le ha dato molte soddisfazioni, vero?
La cosa curiosa è che quasi tutte le isole del Mediterraneo, antropizzate e con acqua, o lo sono o lo sono state ‘carceri’. Magari non nei secoli, ma anche per pochi anni. Sin dai tempi dei greci e dei romani si usavano le isole non come carceri, che, come istituzione, è datata solo per due secoli e mezzo fa, ma come luoghi di detenzione, esilio. Il libro mi ha dato molte soddisfazioni a livello personale. Intanto è un libro unico. È una pubblicazione che ragiona sul binomio carcere – isola, sui diritti umani, sui carcerati, studiando circa 270 piccole isole carcere nel mondo. La prima presentazione fu a Roma con la presenza di Don Luigi Ciotti a cui sono seguite circa una trentina di presentazioni fra isole e altri luoghi. Quella che mi porto nel cuore è la presentazione avvenuta nell’Isola dell’Asinara.
Sappiamo che è già pronto per la pubblicazione di un nuovo progetto letterario. Di cosa si tratta?
Siamo solo a gennaio e si parla di una prossima pubblicazione a marzo 2024, non vorrei fosse prematuro. In ogni caso si tratta di una raccolta di saggi che ho scritto su tredici autori di noir e giallo stranieri, si intitolerà probabilmente ANGOLATURE NOIR, e sarà edito da Linea Edizioni, Padova.
Ho attutito il distacco dalla vita politica con la passione per la letteratura gialla. Da molti anni mi occupo di scrivere recensioni di romanzi noir e gialli e collaboro e frequento Festival del giallo in Italia e all’estero.
Per questa ultima pubblicazione ho avuto il piacere di avere la prefazione dello scrittore Massimo Carlotto.