ADV

Le cartelle esattoriali per molte persone rappresentano uno spettro da evitare considerato che quasi sempre contengono avvisi di pagamento

In questo articolo vedremo brevemente tutto quello che c’è da sapere sulle cartelle esattoriali, gli avvisi di accertamento, gli avvisi bonari e la compliance per i cittadini.

Anche con l’obbiettivo di cercare di tenere il sangue freddo nel momento in cui le riceviamo affrontandole più o meno serenamente.

Dove possiamo trovare le nostre cartelle esattoriali?

Di solito arrivano tramite posta o pecmail ma il primo consiglio è quello di verificare periodicamente la nostra situazione debitoria entrando periodicamente nel portale dell’Agenzia delle Entrate.

Possiamo vedere tutto quello che eventualmente ci riguarda a partire dal 2000, inoltre nel sito possiamo fare pagamenti, richiedere rateizzazioni, sospensioni o magari un appuntamento di persona presso una delle sedi dell’Agenzia.

Ricordiamo che per accedere al sito occorre dotarsi di SPID, la CIE o la CNS.

Cosa sono esattamente le cartelle esattoriali?

La cartella esattoriale o di pagamento è l’atto formale con il quale l’Agenzia delle Entrate Riscossione chiede ai contribuenti il pagamento di un debito che si ha nei confronti di un ente impositore quali l’Agenzia delle entrate stessa, l’Inps, il Comune od altro.

Questo avviene quando uno di questi enti deve recuperare un credito dopo un accertamento fiscale di somme non pagate e la cartella esattoriale di fatto è un avviso di accertamento esecutivo.

foto: blog.knowhow.it

Al suo interno troviamo la descrizione delle somme dovute dal contribuente, i termini entro cui deve pagare, come pagare, le singole informazioni su come richiedere l’annullamento o la sospensione della cartella e la sua eventuale rateizzazione. 

Troviamo anche l’intimazione a adempiere al pagamento degli importi con i relativi tempi di pagamento passati i quali l’atto diventa esecutivo e viene trasferito dall’emittente all’Agenzia delle entrate Riscossione.

Passati 180 giorni dalla data dell’iscrizione a ruolo, previa comunicazione al contribuente, si procede con l’esecuzione forzata attivando anche quella che viene comunemente chiamata ganascia fiscale.

La riscossione delle cartelle esattoriali

Come accennato la riscossione è il processo con cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione recupera le somme dovute dai contribuenti per tasse, imposte, tasse, contributi non pagati od altro.

Quando un ente scopre che un contribuente non ha pagato in tutto o in parte quanto dovuto, iscrive la somma del debito a ruolo.

Il ruolo è di fatto un elenco dei vari debitori delle somme dovute e della tipologia di credito che vanta nei confronti di ciascuno di essi, questo viene trasmesso all’Agenzia delle entrate Riscossione che si occupa di preparare le cartelle esattoriali, inviarle ai debitori e riscuotere quanto dovuto.

A saldo riscosso, l’Agenzia delle entrate Riscossione lo rigira all’ente creditore e chiude la pratica.

Nell’ipotesi in cui tale debito non venga saldato l’Agenzia avvia le procedure cautelari o esecutive per il recupero della somma presso il contribuente moroso.

Come si legge una cartella esattoriale?

Di solito è composta da varie pagine dove nella prima, in alto a sinistra, si trova il numero identificativo dell’atto e l’ente creditore per il quale è stata emessa la cartella e questa informazione sull’ente è basilare per presentare un eventuale successivo ricorso.

Troviamo anche l’indicazione del destinatario e l’eventuale aggiunta della parola “coobbligato” nel caso in cui il destinatario è tenuto al pagamento insieme ad altri soggetti che hanno parallelamente ricevuto la stessa comunicazione e se uno solo di questi salda il debito contestato “libera” tutti i coobbligati dall’obbligo.

foto: businessonline.it

Sulla prima pagine troviamo l’importo da pagare parallelamente all’ente creditore del dovuto, e tra le somme da versare viene anche indicato anche quanto spetta all’Agenzia delle entrate riscossione a titolo di diritto di notifica.

Come saldare una cartella esattoriale?

Ci sono varie modalità per pagare e possiamo farlo tramite un bollettino Rav o con il modulo pagoPA ed in genere sono sempre allegati ai documenti ricevuti già precompilati con la data entro la quale effettuare il versamento.

È possibile utilizzare anche il servizio “paga on-line” messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate Riscossione oppure utilizzare i canali telematici di banche, Poste e di tutti gli enti che aderiscono a PagoPA.

Ma si può anche pagare fisicamente, alla Posta, in banca, presso i tabaccai o direttamente agli sportelli dell’Agenzia delle entrate Riscossione.

Pagare parzialmente una cartella esattoriale tramite l’autotutela

Nell’ipotesi in cui una cartella esattoriale presentasse errori ma non sia da annullare è possibile fare ricorso di richiesta di sgravio parziale, chiedendo all’ente creditore di riemettere il ruolo senza con l’esclusione della parte che non risulta corretta ed è possibile pagare solo la differenza con interessi e sanzione ricalcolati sul dovuto.

Tramite quest’autotutela si chiede all’ente di correggere il proprio errore e se l’ente annullerà in tutto o in parte il debito invierà ad Agenzia delle entrate-Riscossione lo “sgravio” con l’indicazione di annullare il debito cancellando il tributo della cartella.

Pagare in ritardo la cartella esattoriale

Come visto sopra la cartella arriva completa dei documenti necessari al pagamento e la relativa scadenza che si solito è entro i 60 giorni successivi dal relativo ricevimento.

Se il debito non viene pagato entro tale termine si devono aggiungere gli interessi di mora calcolati sulle somme richieste, che si calcolano a partire dalla data della notifica della cartella fino al giorno del pagamento e tali interessi vanno interamente agli enti creditori che hanno iscritto a ruolo il debito del contribuente.

foto: dbhub.it

Il valore degli interessi di mora è fissato con provvedimento dell’Agenzia delle entrate e dal luglio 2019 ammontano al 2,68% annuo

Come chiedere la rateizzazione delle cartelle esattoriali

Per importi inferiori ai 120 mila euro si può chiedere la rateizzazione del debito fino a un massimo di 84 rate in 7 anni per gli anni 2025 e 2026 mentre nel 2027 e 2028 sarà possibile ottenere una rateazione fino a 96 rate mensili, a partire dal 2029 saliranno a 108. 

In fase di richiesta possiamo anche chiedere rate costanti o ad importo crescente con una rata minima di 50 euro.

Nell’ipotesi di importi superiori ai 120 mila euro o per ottenere una maggiore dilazione del tempo di rientro bisogna documentare una situazione di difficoltà economico/finanziaria allegando alla domanda il proprio Isee.

Dalla presentazione della domanda se il pagamento delle rate risulta regolare l’Agenzia non avvia ulteriori procedure esecutive e non iscrive nuovi fermi o ipoteche che decadono col pagamento della prima rata.

Il servizio “Se Mi Scordo” dell’Agenzia delle Entrate

Questo servizio è attivabile tramite l’area riservata accedendovi con SPID, CIE o CNS ed è possibile inserire un numero di cellulare o una e-mail per esser avvisati per le seguenti casistiche:

  • all’ Agenzia delle entrate Riscossione è stata affidata la riscossione di una somma prima che venga emessa la relativa cartella esattoriale;
  • si ha un piano di rateazione attivo e non vengono pagate metà del numero massimo di rate che portano alla decadenza della rateazione;
  • in caso di un piano di rateazione in corso quando manca una sola rata per decadere dalla rateazione.

Come si può perdere la rateizzazione?

Vediamo alcune situazioni che possono portare alla perdita della rateizzazione:

  • in caso di mancato pagamento di rate anche non consecutive del piano di ammortamento o per decesso del richiedente e l’Agente della riscossione può riprendere le azioni di recupero del credito.
  • per le rateizzazioni concesse dopo l’8 marzo 2020 e richieste fino al 31 dicembre 2021 la decadenza si concretizza dopo il mancato pagamento di 10 rate anche non consecutive;
  • per le rateizzazioni presentate e approvate successivamente al 1° gennaio 2022 la decadenza avviene dopo il mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive;
  • per le rateizzazioni concesse dal 16 luglio 2022 decadono al mancato pagamento di 8 rate anche non consecutive e non è possibile ripresentare domanda di rateazione per gli stessi importi.
  • per i piani di rateizzazione richiesti prima del 16 luglio 2022 è possibile ottenere una nuova rateizzazione dopo aver regolarizzato l’importo delle rate scadute, calcolate alla data di presentazione della nuova richiesta di rateizzazione;

La perdita del beneficio della rateizzazione non preclude la possibilità di chiedere la dilazione del pagamento di carichi accertati diversi.

Proroghe e piani straordinari di rateizzazione

L’Agenzia, nell’ipotesi di situazioni economico-finanziarie in fase di peggioramento e se non sì è decaduti dalla rateizzazione concede la possibilità di chiedere una dilazione del piano di pagamento stabilito.

In questo caso è necessario chiedere una proroga allegandola alla domanda di rateizzazione da presentare per Pec con la certificazione relativa all’ISEE del nucleo familiare.

Tale possibilità può avvenire indipendentemente dal fatto che la richiesta di proroga sia riferita ad una precedente rateizzazione semplice o documentata per importi superiori a 120 mila euro.

In ultimo è possibile aderire a piani straordinari in caso di peggioramento della propria situazione di difficoltà economico-finanziaria se deriva da calamità naturali, eventi atmosferici, incendi od ogni altro evento eccezionale che abbiano determinato l’inagibilità totale dell’unico immobile adibito ad uso abitativo dove risiedono i componenti del proprio nucleo familiare

Ma anche se l’immobile è adibito a studio professionale o sede dell’impresa allegando la certificazione di inagibilità totale dell’immobile rilasciata dalla competente autorità comunale non oltre sei mesi prima della presentazione della richiesta di proroga.

ADV
ADV

I commenti sono chiusi.

error: I contenuti del magazine online Moltouomo.it sono protetti da Copyright
Exit mobile version