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Primer, fondotinta ed eyeliner sono stati per anni prodotti associati solo ed esclusivamente al mondo femminile, così come l’attitudine ad una certa vanità.

Oggi la percezione comune è che ci si ritrovi dinanzi ad uno scenario che si sta evolvendo, che vede negli uomini una maggiore attenzione alla cura del corpo e, di conseguenza, un cambio di prospettiva anche in merito alla cosmesi.

C’è da chiedersi però se il rapporto che intercorre attualmente tra uomo e make-up sia davvero libero da ogni tabù e, soprattutto, cosa rappresenti davvero per l’uomo moderno il trucco.

Il make-up maschile ieri: tra cura della pelle e status sociale.

Se volgiamo lo sguardo ad un passato molto lontano, scopriamo con stupore che anche gli uomini per secoli sono stati avvezzi all’utilizzo di khol, ciprie e rossetti. In alcune antiche civiltà, come quella egizia, alcuni prodotti erano utilizzati sia per proteggersi dai raggi del sole che per manifestare il proprio status sociale.

Anche nel XVI secolo in Inghilterra i nobili applicavano sul viso polveri bianche particolarmente tossiche, che furono proibite dopo la morte della Regina Elisabetta I.

Stessa sorte toccò più tardi ai nobili francesi, avvezzi non solo ad incipriarsi il viso, ma anche ad indossare parrucche molto voluminose, per volontà del re Luigi XVI di Borbone, rigorosamente calvo. La tossicità degli ingredienti utilizzati pose fine a questa moda, che sarebbe tornata in voga nel ‘900, grazie all’impatto della pubblicità.

Il make-up maschile negli anni più recenti.

La pubblicità non ha solo reso l’uso del make-up un fenomeno di massa, ma ha contribuito alla percezione che si trattasse di un’attività legata esclusivamente alle donne. Da un lato, l’assetto patinato delle pubblicità d’inizio secolo scorso ne enfatizzava il legame con la vanità; dall’altro, diventava un simbolo della libertà femminile.

Tale condizione ha generato un giudizio negativo nei confronti degli uomini che ne facevano uso, poiché li allontanava dai canoni di mascolinità che andavano affermandosi soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ed ecco allora che il binomio trucco-uomo è diventato pressoché inaccettabile fino a quando la cura della propria immagine ha iniziato ad essere importante anche per gli uomini. Pian piano, il trucco stesso è stato interpretato non più solo come strumento per far risaltare la bellezza fisica, ma come un modo per esprimere la propria arte e/o personalità. Finalmente il make-up maschile si è ritagliato uno spazio nella società.

Pioniere in questo senso è stato David Bowie, che ha saputo, mediante il trucco, creare l’identità dei personaggi portati in scena.

Fonte: Princefaster.it

Anche negli anni più recenti, la messa in discussione degli standard di genere ha portato molte personalità nel mondo dello spettacolo ad adottare il make-up per evidenziare l’importanza di una rottura con i canoni di bellezza tradizionali. Non sono mancate iniziative che si sono servite del make-up per contrastare la violenza di genere.

Sono state, poi, tantissime le band e le star italiane ed internazionali che con questo spirito hanno costruito la propria identità artistica, ma anche sensibilizzato il pubblico su valori quali libertà, creatività ed inclusività. Anche sui social non mancano i tutorial sull’utilizzo del make-up maschile.

Il trucco, insomma, non ha più a che fare solo con la vanità e l’aspetto estetico, ma oggi, più che mai, è un veicolo potente per trasmettere messaggi forti, nonché un modo originale per esprimere la propria interiorità.

Il make-up maschile c’è, ma non sempre si vede.

C’è da chiedersi, a questo punto, però, se l’evoluzione della società abbia davvero portato tutti a sentirsi liberi di utilizzare il make-up, uomini inclusi, secondo i propri gusti.

Molti uomini di certo sono più propensi a fare uso del make-up, perché spinti dal desiderio di prendersi cura di sé o, nell’era dell’immagine, di apparire sempre in forma smagliante. Dall’altra parte, però, permane il desiderio che il trucco non debba essere visibile.

È pur vero che oggi si sta diffondendo anche tra le donne la tendenza ad apparire più naturali. Influencer e make up artist ci insegnano che persino l’effetto naturale si ottiene, non abolendo, ma selezionando il make-up giusto.

Fonte: Freepik

Per quanto concerne gli uomini, invece, salvo alcune eccezione, si persegue un mantra: il trucco c’è ma non si vede, o meglio, non si deve vedere. Chi è lontano da palcoscenici e riflettori preferisce optare per il trucco correttivo o di ringiovanimento.

A riprova di ciò, sono fioccate negli ultimi anni linee di cosmetici pensate esclusivamente per gli uomini e altre cosiddette “no gender”, cioè destinate a tutti a prescindere dal genere. Nella maggior parte dei casi, però, ad accomunarle è proprio una certa impronta neutrale. Chiaramente, ciò si deve anche ad una tendenza del consumatore ad optare per soluzioni che non stravolgono la propria natura.

E allora, se questa sia una scelta dovuta al timore del giudizio altrui o al desiderio di rimanere autentici il più possibile, non ci è dato saperlo. Ciò di cui siamo certi è che applicare colori sul nostro viso o corpo per ottenere linee, sfumature e volumi – che siano sobri o audaci – dipende esclusivamente dal nostro gusto personale ed estetico.

Un messaggio che desideriamo giunga a tutti in modo forte e chiaro è che il trucco può essere fonte di divertimento, una forma d’arte creativa ed una originale espressione di sé, ma mai può e deve diventare motivo di discriminazione.

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